Intervista a Daniela Montinaro – Le Macare (Alezio)
Da dove viene la tua passione per la cucina e quante volte ti sei dovuta reinventare?
La mia passione per la cucina risale all’infanzia. La mia prima torta l’ho fatta che avrò avuto 10 anni. Era una ciambella, me la ricordo ancora. Mia madre mi permetteva di usare la cucina a mio piacimento e questo è stato fondamentale per coltivare la mia passione fin da ragazzina. Alcuni dei piatti più rappresentativi de Le Macàre sono retaggio della mia infanzia.
C è una bellissima canzone di Gianmaria Testa, habanera, che recita ”Quante vite hai
fra quelle dita, una ti sfugge e la rincorri, è già passata… ”
Bene, per me si tratta di un inno alla capacità di adattamento e alla necessità di reinventarsi che, devo ammettere, è una delle mie più significative caratteristiche.
Da ragazza sono stata un vero maschiaccio!
Giocavo a biliardo nei bar del paese (un mio fidanzato mi aveva anche regalato una dyko 2000 in alluminio), facevo radio “Atlantide rock”, organizzavo raduni di musica indie nella realtà di Alezio degli anni 80 del secolo scorso.
E poi ero sempre innamorata di qualcuno che non mi corrispondeva!
I dolci erano la mia più grande passione. Mi piaceva mangiarli ma anche prepararli.
Credo che il piatto più rappresentativo delle Macare sia pane e olio, ovvero il nostro benvenuto. Abbiamo sempre preparato in casa il pane da offrire ai nostri ospiti perché per noi è il punto di partenza per una ristorazione identitaria e di qualità.
Oggi possiamo vantare una carta dei pani e degli oli, mia figlia Stella ed io siamo degustatrici di olio e presto termineremo anche il corso interrotto a causa della pandemia.
L’etica è necessaria per vivere bene con sé stessi e con gli altri. Anche l’estetica sarebbe necessaria per una perfetta convivenza, ma purtroppo una tale armonia si realizza difficilmente.
Per quanto mi riguarda, ho già avviato una serie di trasformazioni. Dalla scorsa settimana siamo ripartiti con il servizio di asporto. Abbiamo riattivato la pizzeria per aiutarci. Sta funzionando. Le consegne le faccio di persona, e la cosa mi piace moltissimo. E piace molto a chi riceve il nostro cibo. Ci stiamo divertendo sebbene sia una dimensione del tutto nuova, con ritmi assolutamente diversi.
Per quanto riguarda il futuro, bisogna aspettare per capire come andranno le cose, quali saranno le norme e le linee guida. Dovremo soffrire ancora per un po’ di tempo, senza tuttavia perdere mai la speranza. Insomma, resistere.
Questa intervista è stata realizzata in collaborazione con Mario Pennelli Bolivar